I FAUVES
- Filippo Govi
- 7 apr 2017
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Nel 1905 a Parigi si apre il salon d' automne, un'importante mostra d'arte; il critico d'arte Vauxcelles guardando le opere di MATISSE, DERAIN, DE VLADMINCK li definisce "Fauves" ossia bestie, per via del modo selvaggio di accostare colori violenti, derivato da Van Gogh e Gaugin, la loro è un'arte nella quale i colori si scontrano puri e luminosi sulla tela, in questa pittura non vi è nessuna forma di interesse per la natura che invece aveva luogo negli impressionisti, questa pittura è fatta di CONTRASTI, ASSENZA DEL SENSO PROSPETTICO E SCONVOLGIMENTO DEI COLORI NATURALI.
HENRI MATISSE: (1869-1954), principale esponente del gruppo, dice:"Quando metto un verde non pretendo che sia erba, quando metto un blu non voglio dire cielo"; lui con questa frase ci vuole dire più cose:
-Matisse non considera più il colore come mezzo per rappresentare la realtà,
-Per lui il colore deveva avere la funzione di dare svago, piacere, equilibrio e calma,
-Che l'arte non doveva per forza trattare temi inquietanti o preoccupanti,
-E soprattutto che la pittura fauve costruisce l'immagine per mezzo del colore
Andrè derain: (1880-1954) Utilizzava la sua arte per urlare contro la vita senza i limiti naturalistici, nella sua arte la prospettiva è presente ma il soggetto è totalmente reinventato dal punto di vista cromatico, si può vedere anche nella sua opera "il ponte di Weinmester" caricato qua sopra.
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